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Gay & Bisex

Ammiraglio medico 4º parte


di Liliana1980
07.03.2022    |    4.681    |    3 9.6
"“ti prego, non dire nulla ad Letizia, tu non sai niente” “tranquillo l’ho già dimenticato, però visto che sei stato sincero con me, voglio esserlo pure..."
Eccomi a riprendere la storia.
Lo so che vi stò annoiando perché la faccio lunga, ma io desidero raccontarvi una storia e non un racconto di sesso e basta.
Il rapporto sessuale è al centro, ma attorno ci sono personaggi, con le loro vite ed esperienze, ed io voglio raccontarvi anche queste.
Vi ringrazio per i complimenti, ma soprattutto per le critiche, mi aiutano a crescere, a migliorarmi.

Ma andiamo avanti con la storia.

Dopo una notte di meritato riposo per i due guerrieri.
“sveglia marinaio, sono le 00.07.00, la colazione è pronta è si stà prospettando una bellissima giornata di sole, in parole povere, il tempo è stupendo”
“ma è l’alba!! e poi che modo di dire l’ora”
“mio caro, dovrai abituarti, quando sarai al C.A.R. la sveglia sarà alle 00.06.00 e avrai mezz’ora per la pulizia personale e per quanto riguarda l’ora, è il modo di dirla alla militare”
“siete tutti matti”
“gli altri non so, ma io sono matto di te”
E così dicendo mi diede un lungo bacio sulla guancia.
“questo in caserma non te lo dará nessuno”
“ci mancherebbe altro”
Quanto tempo che non venivo svegliato in quel modo, mamma lo faceva sempre, poi, quando credevo di essere troppo cresciuto, le dissi di non farlo più, che mi metteva in imbarazzo, quanto stupido sono stato e solo ora mi accorgo che quel momento di amore, mi manca immensamente e a farmelo scoprire è stato quest’ uomo, che per quanta intimità ci sia stata fra di noi e pur sempre uno sconosciuto.
Dentro di me giurai, che quando sarei ritornato a casa, avrei detto alla mamma di ridarmi quel momento di amore materno.
Ma ora dovevo ubbidire all’ordine di alzarmi, anche perchè alle parole aveva fatto seguire l’azione, togliendomi di dosso la coperta ed il lenzuolo.
Rimase un pò a rimirare il corpo nudo, probabilmente gli sarà venuta qualche piacevole idea..
“no, alzati, ci divertiremo nel bosco”
“ehi! ammiraglio, non dirmi che ti è venuta qualche ideuccia peccaminosa”
“ragazzo sei una tentazione, non provocarmi, alzati, fatti la doccia e scendi in cucina, la colazione ti aspetta, e per favore, non scendere nudo, è una bella giornata, sarebbe un peccato rimanere in casa”
Feci, nell’ordine, doccia, vestizione, colazione e preparazione di quello che avremmo mangiato a pranzo, infine partenza per una località distante una decina di Km dalla villa.
Non crediate che Giorgio non ne approfittò per farmi qualche coccola, tipo, baciarmi, accarezzarmi, abbracciarmi, e sinceramente la cosa mi piacque e lo lasciai fare.
Questo non mi impedì di costatare, come la passione possa trasformare una persona, di qualsiasi sesso ed età.
Ma in programma c’era dell’altro e per quanto intrigante fosse quel suo comportamento, resistetti fino alla fine del viaggio.
Parcheggiata la macchina, ci mettiamo in spalla gli zaini, messi a disposizione da Giorgio.
Sapendo come sarebbe andata a finire, per sicurezza, presi la coperta che tengo sempre nel bagagliaio e ci incamminiamo su per la collina boschiva.
Ad un certo punto, abbandoniamo il sentiero.
“vieni entriamo nel sottobosco, seguimi”
“spero sappia dove stai andando”
“conosco questo bosco come le mie tasche, ci vengo fin da quando ero ragazzino”
“immagino non da solo”
“i primi tempi da solo, poi con l’amico Lorenzo”
“non dirmi cosa facevate, lo posso immaginare”
“guarda che venivamo alla ricerca di funghi”
“si immagino che tipo di fungo, gambo grosso e cappella violacea”
“quello che dici tu si chiama porcino”
“lo so ed è molto buono da mangiare”
Ci facemmo una bella risata.
Ci eravamo inoltrati un bel po'nel bosco, eravamo arrivati dove si faceva impraticabile.
“coraggio Giorgio siamo quasi arrivati”
Camminammo con un pò di difficoltà per qualche centinaio di metri, infine sbucammo in una piccola radura, una specie di buco nel bosco, dove per un diametro di una ventina di metri, non ci sono alberi ma erba selvatica.
La radura era illuminata dal sole, che entrava obliquamente.
Ma la cosa più stupenda, li vicino c’è una pozza d’acqu.
“ecco ti va bene come paradiso terrestre?”
“fantastico, ma come hai fatto a scoprirlo?”
“per un puro caso, ero lassù a cercare funghi, sono scivolato e mi sono ritrovato col culo in quel punto lì”
“potevi ammazzarti”
“l’ho pensato pure io in quel momento, ma probabilmente non era la mia ora”
“ehilà pure filosofo”
“lascia perdere, ma non eri venuto per fare l’Adamo?”
Non aspettò nemmeno un minuto, appoggiò lo zaino e iniziò a spogliarsi.
Quando fù completamente nudo si mise a correre come un bambino in giro per la radura.
“ehi! immagina se ti vedessero i tuoi colleghi capoccioni o i suoi sottoposto!!!”
Senza smettere di correre, alzo la mano, la chiuse a pugno e mi mostrò il dito medio.
“lo sai dove dovresti metterlo?”
“tranquillo, poi lo faccio”
Seguo il suo esempio, ora sono nudo.
“ehi!. Giorgio guarda che nel paradiso terrestre c’era Eva e quì siamo due Adamo, come facciamo?”
“lascia che mi goda questa libertà adamitica e poi te lo spiego”
Se la godette ben bene quella libertà.
Pure io camminai in un lungo e largo assaporando la brezza che mi accarezzava il corpo, ma soprattutto passava in mezzo ai testicoli, che delizia, per chi non ha mai praticato il nudismo, probabilmente non lo capirà, ma chi l’ha praticato, sa cosa voglio dire.
Logicamente non parlo del nudismo collettivo, quello dei villaggi naturisti, ognuno è libero di andarci, a me sembra solo esibizionismo, sia chiaro, è solo una mia personale opinione.
Decisi che era ora di porre fine a quel momento di pazzia, e di iniziare a giocare.
“allora bel fusto hai deciso chi farà Adamo?”
E detto questo lo avvinghiai in un bacio che non credevo di essere capace di dare.
Ci guardammo negli occhi.
Non una parola, ma continuando a baciarci ci ritrovammo distesi sulla coperta,
Mi girai un po’ e lo guardai, i suoi occhi ardevano di desiderio.
Si avvicinò ancor di più e cominciò a palparmi il sedere, lo mordicchiava, lo baciava, salendo su con la lingua lungo la schiena fino ad ingoiare l’orecchio.
“Hai il profumo di giovane maschio, mi fai impazzire”.
Continuando a baciarmi il collo, riscese giù fino al sedere.
“girati mia giovane Eva”
Aveva deciso che sarei stato la sua Eva, non avevo nulla in contrario e decisi di stare al gioco.
“si mio Adamo, tutto quello che desideri per te”
Si distese, sussurrandomi parole così sensuali che mi venne la pelle d’oca per il forte desiderio che emanavano.
“girati amore, facciamo un breve 69, lubrificalo ben bene. intanto penso al buchetto”
Lo presi in bocca e lo succhia con desiderio, cercando di produrre più saliva possibile.
Sentii che faceva lo stesso con la rosa anale, la leccava, cercando di introdurre la lingua, la lavorò con tanto amore.
“basta tesoro, girati sulla schiena”
Prese le gambe, le piegò, posandole sulle sue spalle.
Respirava molto velocemente, era pronto per riprendere quello che avevamo interrotto non molte ore prima, ma questa volta io ero la sua donna, la sua Eva.
Appoggio la cappella al buco e cominciò a spingere molto delicatamente.
Entrò in me con una dolcezza incredibile, e raggiunto la fine del pene, rimase fermo ad osservarmi.
“sei bellissima mia adorata, ti amo e voglio farti godere all’infinito”
Mi mancò per un attimo il respiro, a sentire quella dichiarazione d’amore, anche perché, pur avendolo già ricevuto parecchie volte, specialmente nelle ultime ore, lo sfintere non era avvezzo a continue entrate.
Con un movimento sincronico, cominciò ad entrare ed uscire dalla galleria dell’amore.
Il ritmo divenne sempre più veloce e anche i miei mugolii di piacere sempre più concitati.
Non c’erano altri suoni in quella radura inondata dal sole estivo, solo il rumore delle palle che sbattevano contro le natiche.
Oramai avevo perso ogni cognizione del tempo, del luogo e della realtà.
In quel momento mi sentivo in tutto e per tutto una donna, la sua Eva e non mi interessa altro
Si fermò, usci facendo un bel flop.
Si distese vicino a me.
“cavalcami mia dolcissima, ma fallo dandomi la schiena, voglio masturbarti mentre cavalchi verso l’estasi, godiamo assieme amore”
“guarda che come Eva, non dovrei avere nessun appiglio davanti”
Mi sedetti sul pene e cominciai a cavalcarlo
Il mio andava su e giù, seguendo il ritmo della cavalcato.
Allungò una mano da dietro e lo impugnò, cominciando a masturbarmi, mentre mi penetrava con una resistenza inaudita.
Non so quanto durò la cavalcata, minuti, secondi, chi può calcolare in tempo della felicità?
“sto per venire mia amata Eva”
“pure io mio stallone, forza riempimi Adamo”
Non ci volle molto, venimmo all’uniscono, riempiendo la radura di urla liberatorie e appagate, in maniera animalesca.
Sentii la lava riempirmi l’intestino, vidi la mia depositarsi sulle gambe, sulle cosce e infine scivolare sulla sua mano ancora impugnata all’amato trofeo.
Rimase abbracciato a me, lasciando che il tappo impedisse al magma di uscire.
Rimanemmo in quella posizione, per un pó.
Quando ritenni che eravamo abbastanza calmi, mi sollevai e stringendo le chiappe andai alla pozza d’acqua.
Mi ripulii ben bene, cosa che fece anche Adamo.
“non pensare che sia finita, ora invertiamo i ruoli che ne dici?”
“per me va bene, solo che avrai a disposizione una stagionata Eva”
Ridemmo di gusto e continuammo a ripulirci.
Logicamente l’acqua fredda ci aveva smorzato ogni eccitazione.
Ne approfittammo per camminare abbracciati ad esplorare i dintorni, ma il sottobosco era troppo fitto e non era il caso di inoltrarci nudi.
Oramai si era fatta ora di pranzare, divorammo quello che avevamo preparato.
In quel momento ci fu un ronzio,un msm sul cellulre.
“credo sia meglio rientrare”.
“ehi! che fai non vuoi essere la mia Eva, mi dai buca?”
“no, non dirlo nemmeno per scherzo, sono e sarò sempre la tua Eva, ho avuto quello che desideravo e ora voglio solo far felice te, ma Letizia mi ha comunicato che anticipa il rientro, non che sia importante, ma preferisco che siamo presenti quando arriva, le farebbe immenso piacere”
“ma tua moglie non doveva rientrare questa sera? con una giornata così bella è un peccato andare a casa”
“non le piace molto rimanere da sua sorella, mi sa che, se non la troviamo già a casa. arriverà nel primo pomeriggio, ma questo dipende dagli orari del treno”
“ma non è andata con la macchina?”
“non abbiamo automobili e quando ne ha veramente bisogno, usa quella dell’ammiragliato con autista, ma non lo fà quasi mai”
“in poche parole mi hai raccontato una bugia”
Forse è stata una mia impressione ma ho visto passare un velo di tristezza sul viso che fino ad un’attimo prima era illuminato dalla gioia, ma non ho avuto il coraggio di chiedere il perchè
Fu lui a dirlo.
“il nostro figlioccio, ha avuto un’incindene, un mortale incidente stradale, gli avevo lasciato usare la mia macchina, una Maserati, stava frequentando l’accademia navale, da poco gli era arrivata la patente, l’aveva conseguita in accademia”
Tirò un sospiro.
“voleva fare un figurone con la macchina, me l’aveva chiesta in prestito”.
Non arrivò mai da lei, Lucia telefonò a sua madre per chiedere se era partito, ci voleva non più di 30 minuti per arrivare a casa sua, ed erano passate quasi tre ore.
“poco dopo ci chiamo il cognato di Letizia, Paolo non c’era piú, era come fosse il figlio che non potevamo avere, mi sentivo in colpa, avrei dovuto negargliela”
Altro sospiro.
“ti risparmio il resto, da quel giorno, non abbiamo più acquistato una macchina”.
“mi dispiace, aver parlato della macchina”
“dai vestiamoci ed andiamo ad accogliere la signora”
Ci rivestimmo per poi avviarci verso casa, il modo brusco con cui aveva interrotto il dialogo era il tentativo per non ricordare.
C’era tanta tristezza su quel viso, scavato da anni di mare, ed avvenimenti troppo tragici per una persona.
Non sapevo, ne cosa fare, ne cosa dire, se non, allungare una mano e prendere la sua per stringerla fortemente.
“grazie sei veramente un bravo ragazzo”
“solo per questo semplice gesto?”
Si mise a ridere.
“ti prego, non dire nulla ad Letizia, tu non sai niente”
“tranquillo l’ho già dimenticato,però visto che sei stato sincero con me,voglio esserlo pure io”
“ehi che faccia seria”
“ti prego non scherzare,fammi raccontare”
Si sedette sul tronco di un’albero caduto.
“Giorgio io non ho famiglia o meglio c’è l’avevo”
“non potresti essere più caro,non capisco nulla,solo che non hai telefonato a tua mamma”
“si hai ragione,comincio dall’inizio,mia madre mi ha avuto che aveva 16 anni,non so nemmeno come si chiamsse,subito mi ha dato in mano ad un’assistente sociale,sono stato in un orfanotrofio per due anni,poi una meravigliosa coppia mi ha adottato e,non solo,miha anche affiliato,in poche parole sono diventati i miei genitori,porto il loro cognome,sono stati anni bellissimi,poi un giorno un maledetto incidente aereo se li è portati via,avevo 16 anni e da quel momento mi sono trovato solo”
“ma il tuo padre biologico?”
“mai saputo chi fosse”
“come fai a sapere queste cose?”
“me lo hanno raccontato i miei genitori adottivi”
“morti loro come hai fatto?”
“quelle due meravigliose persone,avevano pensato a tutto, ma ora basta,ti ho raccontato abbastanza,ora sai che ti ho mentito per quanto riguarda i miei genitori biologici,mi vegognavo troppo di loro e per tutti io ero figlio dei miei genitori adottivi,andiamo,ti riporto a casa e poi ci salutiamo,immagino non vorrai saperne di uno che ti ha raccontato una bugia per nascondere di come sono nato”
“non immagini di quanto sia felice di quello che mi hai raccontato”
“che fai,mi prendi in giro?”
“no,sapevo già tutto di quello che ti è successo,nella tua pratica c’è scritto tutto e non ho detto nulla,perché ho immaginato che non doveva essere facile parlarne,specialmente con un’estraneo,ecco perché ti ho fatto quella confidenza,speravo tu facessi altrettanto,ho avuto ragione”
“ora ch facciamo?”
Fu lui a prendermi per mano.
“andiamo a casa”
Mi venne da piangere,pensavo di non aver più lacrime,dopo la morte dei miei genitori,(per me lo erano e lo saranno per sempre),ma il gesto di Giorgio mi commosse.

Scusate questa parentisi dolorosa.
Che ne dite s.e andiamo direttamente al primo pomeriggio, al ritorno della moglie?..
Mi fermo, cosa accadde? lo saprete nella prossima parte.
Vi lascio con il solito abbraccio e un grosso bacione.
A presto.

..Continua...
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